Particolare del motore dell’Airbus A380 esploso durante il volo QF32
L’australiana Qantas a inizio 2020 ha ricevuto il riconoscimento di compagnia aerea più sicura al mondo da parte di AirlineRatings, un sito web specializzato in valutazione delle condizioni di sicurezza nel campo dell’aviazione. Altre volte, in passato, il ‘Canguro volante’ ha ottenuto questo premio e del resto il vettore australiano che quest’anno celebra il centenario, ha costruito sull’affidabilità la propria fama e la propria reputazione. Almeno negli ultimi 30 anni. Riprova ne è che nel 2009, in occasione di un viaggio a Sydney, mio suocero – che avrà volato sì e no tre volte in tutta la sua vita ed è attento alle notizie di aeronautica quanto il mio gatto sul divano – mi disse: “Vai con la Qantas? Sei fortunato, è la compagnia più sicura al mondo”.
L’idea di Qantas radicata nell’immaginario collettivo è che i suoi aerei non cadano o, meglio, non possano cadere. Un’idea falsa, come ovvio, ma estremamente potente. E pure abbastanza recente, aggiungiamo. Tutto nasce dalla battuta di Dustin Hoffman nel film Rain Man del 1988.
Charlie (Tom Cruise) cerca di tornare a Los Angeles in aereo con il fratello Raymond. All’aeroporto di Cincinnati, alla vista degli aerei Raymond (Dustin Hoffman) comincia a innervosirsi e snocciola l’elenco di incidenti mortali accaduti di recente. Ad ogni compagnia proposta da Charlie, Raymond risponde con data e luogo di un incidente, numero di morti e feriti. Poi abbassa la testa e sussurra: “Qantas”. – “Qantas?” risponde Charlie. – “Qantas never crashed” ribadisce Ray.
Vera o meno (lo vedremo fra poco) l’affermazione fece scalpore tra le compagnie aeree dell’epoca. Molte di queste hanno tagliato l’intera scena con le statistiche degli incidenti nella versione del film proposta nei circuiti d intrattenimento a bordo. Non Qantas, ovviamente e, secondo il IMDB, uno dei principali database di cinema online, la compagnia australiana ha offerto gratuitamente un posto in prima classe a uno degli sceneggiatori del film durante un suo viaggio in Australia.
Tuttavia, la battuta utilizzata come espediente narrativo da cui prende le mosse il road movie, sembra più frutto del caso che un atto volontario come, ad esempio un inserimento promozionale o pubblicitario. Lo stesso regista, Barry Levinson, ha ammesso che il commento di Raymond sul fatto che Qantas fosse l’unica compagnia aerea a non aver mai avuto un incidente mortale è stato inventato e non sapeva se fosse vero.
E qui siamo al cuore della questione. Qantas ‘non cade mai’, come suggerisce Raymond? Messa così, l’affermazione da un punto di vista dell’aviazione è poco chiara. A cosa si riferisce? Agli aerei, alla sicurezza dei passeggeri, al personale di bordo? Gli incidenti si classificano per tipo, gravità dei danni subiti dall’apparecchio con conseguente rottamazione o riparazione dell’aereo e per il numero di vittime causate. Per una definizione completa di incidente si veda il glossario. Gli aerei che ‘cadono’ sono ormai pochissimi. Tra quelli di linea parliamo di 2-5 l’anno in tutto il mondo e ci sono stati anni, come il 2016, con un unico disastro provocato da cause accidentali. Anche le vittime sono in calo, anno dopo anno. Nel 2019 sono state 283, tra cui quasi la metà su aerei militari, cargo o privati, facendone il settimo anno più sicuro di sempre con una media di un incidente fatale, che cioè ha causato morti, ogni due milioni di voli. Incidenti, al contrario, se ne contano centinaia ogni anno, la maggior parte dei quali collisioni in fase di manovra in aeroporto e non comportano vittime, ma succede anche la rottura di un motore, la diffusione di fumo in cabina, malfunzionamenti dei sistemi elettronici, l’impatto con uno stormo di uccelli. A parte i casi più gravi, quasi sempre i passeggeri neppure si accorgono di quanto avvenuto. Negli ultimi 5 anni, secondo l’Aviation Saftey Network, la media di incidenti con vittime è stata di 14 l’anno. E ci sono casi di vittime senza che l’aereo ‘cada’, come accaduto sul volo Southwest 1380 da New York a Dallas il 17 aprile 2018 quando un motore è esploso e i frammenti hanno perforato la cabina uccidendo una donna. Nonostante la perdita di pressurizzazione, l’aereo è atterrato in sicurezza e solo altri 8 passeggeri hanno subito ferite minori.
Tornando a Qantas, la compagnia australiana non ha registrato disastri ‘fatali’ negli ultimi 60 anni. L’ultimo aereo rottamato da Qantas è stato un Lockheed L-1049 Super Constellation che il 24 agosto 1960 ha abortito un decollo all’aeroporto di Mauritius a causa della perdita di potenza di un motore ed è finito in un canale oltre la pista, incendiandosi. Nessuna vittima tra i 50 occupanti a bordo, ma l’aereo fu giudicato irreparabile. Le ultime persone morte su un volo Qantas furono le 3 persone a bordo di un De Havilland 84 schiantatosi sui monti intorno a Mount Hagen in Nuova Guinea il 13 dicembre 1951. Fino ad allora la vita di Qantas era stata costellata da frequenti incidenti che avevano causato un totale di 101 vittime tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Dal 1920, anno di fondazione, al 1960, la compagnia ha registrato 24 incidenti di cui 14 mortali e la perdita di 22 aerei.
Da quando l’aviazione è entrata nell’era dei jet, per la compagnia australiana la data è il 29 giugno 1959 con il primo servizio commerciale tra Sydney e San Francisco operato da un Boeing 707, Qantas non ha mai dovuto rottamare un aereo e non ha mai avuto vittime a bordo a causa di incidenti. Il che non significa che non abbia mai avuto problemi, anzi. È vero che dall’incidente di Mauritius dovranno passare quasi 30 anni prima che un altro aereo con il canguro volante rischiasse il disastro. Il 29 settembre 1999 il volo QF1 uscì di pista in atterraggio a Bangkok. Solo un mezzo miracolo salvò la vita delle 410 persone a bordo del Boeing 747, in quanto l’aereo nonostante l’impatto non aveva preso fuoco. Come ha rivelato Matthew Benns nel libro “The Men Who Killed Qantas” (William Heinemann 2009), il problema fu in parte dovuto alla carenza di addestramento dei piloti. La compagnia, tirato un sospiro di sollievo per il mancato disastro, pur di non perdere il primo jet della sua vita, si impegnò in quello che l’Australian Financial Review definì la più estesa opera di riparazione nella storia dell’aviazione, il cui costo stimato al ribasso ammontava a 100 milioni di dollari australiani. “Ma la reputazione della compagnia”, scrive ancora Benns, “stava per subire una formidabile battuta d’arresto quando emerse che il taglio dei costi e una cattiva gestione delle procedure di volo erano direttamente collegati a un incidente che aveva messo a rischio la vita dei passeggeri”.
Dal 1999 a oggi, Qantas ha fatto registrare altri sei incidenti, di cui tre abbastanza gravi: un B747 il 25 luglio 2008 ha subito la depressurizzazione in volo dovuta alla rottura di una bombola di ossigeno che ha incrinato la fusoliera ed è stato costretto a un atterraggio di emergenza a Manila; lo stesso anno, il 7 ottobre, un Airbus A330 in servizio sulla tratta Singapore – Perth ha avuto una serie di malfunzionamenti che hanno causato due picchiate improvvise. L’equipaggio riuscì a riprendere i comandi del velivolo e ad atterrare in emergenza a Learmonth in Western Australia. I feriti furono 110 tra i passeggeri e 12 tra i membri dell’equipaggio; il 4 novembre 2010 si è verificata la rottura di un motore e la perdita di carburante di un Airbus A380 in volo da Singapore a Sydney.
In definitiva, Qantas risulta sicuramente tra le compagnie aeree più sicure al mondo, come del resto dimostrano le statistiche, ma ciò non implica che le altre linee aeree siano meno sicure o che salendo a bordo di un ‘canguro volante’ elimini ogni rischio di incidente. L’unica compagnia al mondo, attiva da prima della Seconda Guerra Mondiale e che ancora non ha perso un aereo, né subito una vittima è al momento la statunitense Hawaiian Airlines, fondata nel 1929.
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