La notte tra domenica 22 e lunedì 23 settembre il tour operator britannico Thomas Cook ha dichiarato fallimento dopo che non è riuscito nel fine settimana a raccogliere fondi per la sua sopravvivenza e andrà in “liquidazione immediata”. “Nonostante gli sforzi considerevoli, le discussioni tra le diverse parti interessate del gruppo e le nuove fonti di possibili finanziamento non siamo arrivati a un accordo, quindi il consiglio ha concluso che non aveva altra scelta che prendere provvedimenti per entrare in liquidazione con effetto immediato”, spiega una nota della compagnia.
La richiesta di liquidazione ha comportato la cessazione immediata di qualsiasi operazione. Tutti i voli di Thomas Cook sono quindi cancellati e lasciano all’estero circa 600 mila turisti, di cui circa 165 mila britannici, che ora dovranno cercare un’alternativa per rientrare a casa. La Civil Aviation Authority, l’ente di regolazione del settore aereo del Regno Unito, ha avviato immediatamente un programma per il reimpatrio dei viaggiatori bloccati a terra, senza spese aggiuntive. L’operazione, denominata ‘Project Matterhorn’, sarà attiva per le prossime due settimane fino a domenica 6 ottobre inclusa. Si tratta, ha twittato il ministro degli esteri Dominic Raab, della principale operazione di reimpatrio in tempo di pace nel Regno Unito e coinvolge circa 65 mila cittadini in più rispetto al fallimento di Monarch Airlines nell’ottobre del 2017.
Very concerning time for Thomas Cook staff & customers. Biggest peacetime repatriation in UK history will now get people home. @foreignoffice staff in UK and overseas working non-stop with @UK_CAA and @transportgovuk to help. Anyone affected should visit https://t.co/byQNXCNyAm — Dominic Raab (@DominicRaab) September 23, 2019
Dopo il 6 ottobre, i viaggiatori eventualmente ancora all’estero dovranno rientrare a proprie spese.
Il collasso di Thomas Cook – il cui principale azionista è la cinese Fosun Tourism Group – porterà alla perdita di un gran numero di posti di lavoro. La società conta 21 mila dipendenti in 16 diversi Paesi, di cui 9 mila solo in Gran Bretagna. La maratone organizzata nei giorni scorsi da Thomas Cook per riunire soci e investitori in cerca dei finanziamenti necessari per la sua salvezza si è conclusa senza un’intesa. Fosun il mese scorso aveva già iniettato 450 milioni di sterline nella società all’interno di un pacchetto di salvataggio di 900 milioni di sterline. In cambio di quell’investimento Fosun aveva acquisito una quota del 75 per cento della divisione operativa di Thomas Cook e un 25 per cento della sua compagnia aerea.
Thomas Cook era nata nel 1841 per trasportare passeggeri coi treni nelle principali città britanniche. Poi si è organizzata per gestire i viaggi all’estero, diventando la prima agenzia dei turisti britannici in Europa nel 1855, negli Usa nel 1866, subito dopo la fine della guerra civile americana e nel resto del mondo nel 1872.
La compagnia ha richiesto che fossero sospese le azioni ordinarie in Borsa al London Stock Exchange con effetto immediato. “Abbiamo lavorato negli ultimi giorni per risolvere le questioni in sospeso al fine di arrivare a un accordo per garantire Thomas Cook, i suoi dipendenti, i clienti e i fornitori. Sebbene un accordo fosse stato ampiamente concordato, ulteriori richieste negli ultimi giorni di trattative hanno rappresentato una sfida che alla fine si è rivelata insormontabile”, ha detto l’amministratore delegato Peter Fankhauser.
Pur essendo propriamente un’agenzia di viaggi, Thomas Cook gestiva direttamente cinque compagnie aeree con registrazione in Gran Bretagna, Isole Baleari (Spagna), Danimarca, Belgio e Germania che formavano il gruppo Thomas Cook Group Airlines e operavano con 116 aerei. Solo la controllata Condor, basata in Germania, continua al momento le operazioni di volo con 53 aerei. Tuttavia, per ragioni legali non può più far partire i vacanzieri verso le destinazioni prenotate. Lo riferisce l’agenzia tedesca Dpa citando fonti ufficiali della stessa compagnia aerea di Francoforte. Solo tra oggi e domani dovevano partire circa 21 mila persone. I voli di ritorno comunque non sono interessati dal blocco. Sono circa 140 mila le persone in viaggio al momento con la controllata tedesca di Thomas Cook.
Thomas Cook è il secondo vettore aereo britanico a fallire nel 2019. A inizio anno era toccato a FlyBmi, mentre il 2 ottobre del 2017 rimase a terra per sempre dopo 50 anni di servizio Monarch Airlines.
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