Dormitorio improvvisato. Un’immagine consueta fino a poco tempo fa all’aeroporto di Stansted (photo credit Paolo Margari)
Dall’11 giugno non è più possibile dormire per terra all’aeroporto di Stansted. Il principale hub londinese per le compagnie low cost, in testa Ryanair, easyJet, Thomas Cook e Thomson Airways, di notte si trasforma in un enorme bivacco per decine se non centinaia di passeggeri che devono ripartire il giorno successivo. Molti si stendono sui sedili, altri srotolano sacchi a pelo e c’è chi utilizza delle piccole tende. L’aeroporto ha ritenuto che la situazione si fosse sufficientemente deteriorata nel tempo e ha deciso di impedire il ‘campeggio libero’ all’interno delle aree dei terminal. Un’ordinanza prevede la chiusura del terminal da mezzanotte alle 2 del mattino, con l’area partenze che sarà inaccessibile dopo la partenza dell’ultimo volo della giornata. I passeggeri in partenza che viaggiano sui voli del mattino presto non possono stazionare nel terminal prima dell’orario previsto per il check-in. Non è consentito, si legge nella nota dell’aeroporto, stendere biancheria da letto, l’utilizzo di letti da campo, sacchi a pelo e altri ausili portatili per dormire. A far rispettare l’ordinanza saranno delle ronde di poliziotti che inviteranno gli assonnati passeggeri a lasciare l’area partenze e a trasferirsi nella zona arrivi fino al momento dell’apertura del check-in, la mattina successiva.
In alternativa, può essere prenotato uno degli otto alberghi convenzionati con l’aeroporto e adiacenti allo scalo. Soprattutto per chi deve prendere un aereo la mattina presto, viene assicurato, l’hotel è la soluzione più conveniente con il costo dei posti letto che parte da 19,50 sterline a persona.
Soprattutto grazie alle compagnie low cost, negli ultimi anni Stansted è cresciuto molto, diventando il terzo scalo londinese per numero di viaggiatori. Secondo le statistiche rilasciate dalla società di gestione, nei dodici mesi conclusi il 31 ottobre 2017 sono transitati 25.833.561 passeggeri, con un aumento del 7,1 per cento rispetto all’anno precedente, mentre i movimenti aerei si sono attestati a 173,504, segnando un più 4,7 per cento.
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