File di cabina Economy Plus su un aereo United (photo credit United)
I viaggiatori che prendono l’aereo con una certa frequenza lo fanno abitualmente. Quando il capo cabina dichiara l”imbarco completo’, cioè tutti i passeggeri sono saliti a bordo e quindi si possono chiudere le porte, se ci sono dei posti liberi più appetibili rispetto a quello assegnato, si chiede di potersi spostare. Personalmente, se ho un posto nelle file in fondo e capisco che il volo non è pieno, faccio l’imbarco al gate, così da poter sempre portare a bordo il bagaglio a mano, e poi attendo sul ponte o scendo per ultimo dall’autobus così da salire a bordo per ultimo dalla porta anteriore. Dovrei percorrere tutto il corridoio con il trolley per raggiungere il mio posto, ma il tempo stringe e il personale ha fretta di lasciare il piazzale per non perdere lo spazio assegnato per il decollo. Così, chiedo e spesso ottengo, di poter occupare il primo posto libero.
Quasi sempre la risposta del personale è infatti positiva, purché si rimanga nella cabina prevista dalla propria tariffa. Chi ha un biglietto in economica, potrà scegliere un altro posto vuoto della stessa classe, non andare in business o in prima. Non c’è ragione, infatti, per negare un minimo di comfort in più ai passeggeri che ricorderanno la piacevole esperienza, aumentando così la reputazione della compagnia aerea. Meglio, non c’era ragione perché, da quando anche le cabine all’interno della stessa classe hanno cominciato a essere suddivise in sottoclassi e addirittura ci sono compagnie aeree che vendono i posti di corridoio e finestrino a prezzi maggiorati, le cose sono cambiate.
Lo ha sperimentato a proprie spese un viaggiatore a bordo del volo United 679 a inizio settembre che si è sentito negare l’autorizzazione a cambiare di posto dagli assistenti di bordo e se ne è lamentato pubblicamente su Twitter. Era in una fila tutta occupata e avrebbe voluto spostarsi più avanti dove c’erano sette file vuote.
Hey @united I’m on UA679 in row 22 and there are 7 rows in front of me completely empty. Yet when I asked if I can move forward to a completely empty row, I get told I have to pay. What kind of BS is that? The rows are EMPTY yet I’m in a row of 3 occupied. — Kru (@asvpkrunny) September 7, 2019
La risposta della compagnia aerea non si è fatta attendere e l’addetto spiega al passeggero che le file davanti a lui sono in vendita come “Economy Plus” e quindi soggette a una tariffa maggiore della semplice economy. Non sarebbe corretto nei confronti di chia ha pagato di più consentire ad altri passeggeri di occupare quelle file.
Hi, Krunal. Economy Plus seats do carry an extra charge and letting customers move to those seats is not fair to the customers who did pay for the upgrade. ^BA — United Airlines (@united) September 7, 2019
Krunal non desiste e scrive di non comprendere la politica della compagnia, soprattutto perché l’imbarco è chiuso e i posti davanti restano invenduti.
I understand that, but they’re completely empty after doors have closed. What’s the point of empty seats if they can be filled and your customers can have a better experience? — Kru (@asvpkrunny) September 7, 2019
A questo punto, il social media team di United sfodera un esempio che in poche righe illustra bene la situazione
The customers who choose to pay for Economy Plus are then afforded that extra space. If you were to purchase a Toyota, you would not be able to drive off with a Lexus, because it was empty. ^BA — United Airlines (@united) September 7, 2019
I clienti che hanno pagato per la Economy Plus hanno diritto allo spazio extra. “Se comprassi una Toyota non ti sarebbe concesso di prendere una Lexus solo perché è vuota”.
Lo scambio è diventato presto virale con decine di commenti e il passeggero nei giorni successivi ha postato svariati articoli e post per mettere in cattiva luce il servizio offerto da United. Al di là del gustoso siparietto, resta da notare come la differenziazione dei servizi di cabina offerti dalle compagnie aeree nel tentativo di massimizzare i ricavi, lascino interdetti i propri clienti. Quello che per la compagnia aerea è chiarissimo, il posto 20A costa x, mentre il posto 10A costa x+20 per cento, oppure viene riservato senza maggiorazione ai frequent flyer, cioè ai passeggeri iscritti al programma fedeltà del vettore, per il passeggero casuale resta al limite dell’ignoto. Soprattutto perché non ci sono elementi fisici, grafici o di disposizione dei sedili che lascino presupporre una qualsiasi differenza tra un posto nella fila 10 e uno nella fila 20. I posti di prima o di business sono separati con tendine o con pareti in plastica dal resto della cabina, mentre le file di economica sembrano tutte uguali. Nella maggior parte dei casi sono allestite effettivamente con gli stessi sedili, ma alcuni vengono venduti a prezzo maggiorato, messe a disposizione come bonus ai frequent flyer o offerte come classe leggermente superiore. La differenza, in quest’ultimo caso, la fa il tipo di servizio, non lo spazio che è identico. I passeggeri che occuperanno quei posti avranno il pasto incluso, il trasferimento dall’aeroporto o altri servizi inclusi nel prezzo del biglietto. O, molto più semplicemente, avranno accettato di pagare un sovraprezzo di qualche euro per ocucpare quello specifico posto. Motivo per cui è sempre consigliato chiedere se è possibile cambiare posto e non dare per scontato che la risposta sia positiva.
A dire la verità, United sugli aerei di corto e medio raggio ha disposto la Economy Plus nelle file centrali, dietro alla Prima o alla Business a seconda dei modelli e con sedute che offrono la medesima larghezza dei posti in economica (17,7 pollici), ma uno spazio maggiore tra le file, 34 o addirittura 35 pollici invece dei 31 convenzionali della classe più bassa. Una differenza che anche il passeggero imbufalito in viaggio tra Portland e Chicago avrebbe potuto notare.
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