Da oggi, martedì 2 marzo 2022, volare con compagnie aeree russe sarà ancora più pericoloso. L'immotivata aggressione all'Ucraina da parte russa ha spinto Boeing, l'azienda aerospaziale americana, a sospendere il supporto tecnico e di manutenzione per le compagnie aeree russe. "Abbiamo sospeso le principali operazioni a Mosca e chiuso temporaneamente il nostro ufficio a Kiev. Abbiamo anche sospeso le parti, la manutenzione e i servizi di supporto tecnico per le compagnie aeree russe", si legge in una nota di Boeing.
Niente ironie, per favore, tutti sappiamo che fino ad oggi salire a bordo di un aereo russo è stato un po' come giocare alla roulette russa. Sicurezza, formazione del personale e manutenzione non sono mai stati i punti forti delle compagnie russe, per usare un eufemismo. Tant'è che dal 1919 sono stati registrati 612 incidenti fatali di vettori russi con 9.430 vittime secondo l'Aviation Safety Network, il database internazionale che tiene conto di ogni singolo incidente aereo nel mondo. Un dato abnorme soprattuto se messo in relazione al numero di voli effettuati, circa dieci volte inferiore agli Stati Uniti dove gli incidenti con vittime in un secolo di aviazione sono stati 1.666 e i morti 15.847.
La decisione di Boeing per Aeroflot, la principale compagnia russa potrebbe voler dire mettere a terra quasi un terzo della flotta. Dei 187 velivoli in servizio, 38 sono Boeing 737-800 a medio raggio e 22 sono Boeing 777-300 a lungo raggio, in tutto 60 apparecchi. Situazione simile per S7, il secondo vettore russo che su 107 velivoli conta 19 B737 e pure per Rossiya dove il lungo raggio è assicurato da 8 B747-400 e 9 B777-300. Azur Air, potrebbe dover smettere le operazioni, visto che tutti i suoi 13 apparecchi sono Boeing, tanto quanto Pobeda e Nordstar, compagnie all Boeing e problemi seri potrebbe riscontrarli anche UtAir poiché solo 14 dei 62 aerei in flotta non sono Boeing. Anche le compagnie cargo dovranno rivedere gran parte dei loro piani essendo infrastrutturate in parte sui Boeing 757.
In generale, la dipendenza del settore aeronautico russo dall'industria occidentale è schiacciante. Oltre l'80 per cento dei velivoli commerciali è di fabbricazione statunitense (Boeing), Canadese (Canadair) o europea (Airbus + Atr) con una fetta marginale, anche se in incremento, occupata da Sukhoi, che però è limitata a velivoli piccoli (fino a 98 posti) e di raggio medio basso che non arriva a 2.500 miglia nautiche.
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