Pakistan International Airlines sapeva da tempo che molti piloti avevano licenze di volo fasulle e avevano fatto sostenere gli esami a dei colleghi al posto loro. Lo rivelano alcuni media, tra cui ABC, la principale emittente pubblica australiana e il giornale indiano Indianlink citando fonti anonime. Due anni fa quattro piloti erano stati licenziati da PIA per il medesimo motivo, scrive Indianlink, facendo riferimento alle affermazioni di funzionari dell’autorità che regola l’aviazione nel paese.
Una situazione che tuttavia non sorprende, visto come la compagnia di bandiera pakistana è gestita, di fatto un feudo dei militari e delle forze politiche. Incredibile, invece, che nessuna delle principali autorità civili che regolano l’aviazione sapesse dei processi di reclutamento e formazione dei piloti di PIA e abbiano continuato a garantire le operazioni della compagnia pakistana mettendo così a repentaglio la sicurezza aerea nei rispettivi territori. Vale per l’Easa, l’agenzia per la sicurezza aerea dell’Unione europea come per la Transport Canada, il regolatore canadese e la Caac, l’autorità di regolamentazione cinese. Easa ha inserito nuovamente la compagnia pakistana nella blacklist impedendo per sei mesi di solcare i cieli europei o di atterrare in uno qualsiasi degli scali continentali. I voli per le destinazioni in Francia, Danimarca, Italia e Norvegia non sono più acquistabili sul sito di PIA. Nessuna misura restrittiva è invece stata presa dalle autorità cinesi o canadesi, tanto che i voli per Pechino e Toronto da Islamabad sono regolarmente in vendita. L’ininterrotta sequenza di incidenti occorsi ai voli di PIA non è stata sufficiente a Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, per avviare indagini e approfondimenti. Quanto emerge dalle inchieste in corso è devastante per il Pakistan ma costituisce un duro colpo all’immagine degli organismi di controllo di tutto il mondo.
Intanto PIA ha annunciato di aver licenziato 150 piloti, accusati di aver falsificato gli esami per ottenere il brevetto di pilota a seguito dell’indagine sull’incidente di Karachi che il 22 maggio scorso è costato la vita a 98 person. Il portavoce della Pakistan International Airlines Abdullah Hafeez ha assicurato che la sicurezza è la massima priorità della compagnia aerea e che “tali piloti non qualificati non metteranno mai più piede in una cabina di pilotaggio”. Il tema resta, comunque, come mai gli sia stato permesso finora.
Il licenziamento di massa arriva dopo una dichiarazione del ministro dell’aviazione Ghulam Sarqar Khan secondo cui 262 piloti pakistani su 860 avevano licenze “false”. Ha detto che i piloti non hanno sostenuto gli esami di certificazione necessari e hanno corrotto persone qualificate per sostenere gli esami al loro posto.
Khan ha fatto queste rivelazioni durante il rapporto al Parlamento sull’incidente del 22 maggio di Karachi.
Khan ha detto che il pilota coinvolto nell’incidente non ha prestato attenzione agli avvertimenti della torre di controllo prima di fare un primo tentativo di atterraggio, anche se gli è stato detto che l’aereo era troppo alto per atterrare. L’incidente è avvenuto durante il secondo tentativo.
Dopo l’incidente, è stata creata una squadra investigativa dalla Civil Aviation Authority (CAA) guidata dal presidente dell’Aircraft Accident and Investigation Board (AAIB), Air Commodore Usman Ghani.
L’inchiesta ha rivelato che diverse procedure operative standard sono state violate dall’equipaggio di cabina di pilotaggio e dal controllore del traffico aereo. L’aereo stava volando al di sotto della velocità e dell’altitudine di atterraggio sicure standard e l’ATC non è riuscito a controllare e generare un allarme.
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