Il treno alla stazione terminale di Nam Tok
Avete presente ‘Il ponte sul fiume Kwai’, il kolossal del ’57 diretto da David Lean dove un gruppo di prigionieri di guerra alleati accetta di collaborare con i giapponesi alla costruzione del ponte lungo la ferrovia Birmania – Thailandia? Bene, non c’è nessun ponte sul fiume Kwai, ma il sito vale comunque una visita, anche se di un solo giorno.
Riassumo in breve la storia per i pochi che non la conoscessero. Nel 1942 le forze giapponesi invasero la Birmania costringendo gli inglesi alla resa. Per rifornire il proprio contingente nell’ormai ex colonia britannica, i giapponesi decisero di costruire una ferrovia di 424 chilometri attraverso il Passo delle Tre Pagode. Per la costruzione utilizzarono anche i prigionieri di guerra alleati costringendoli a turni di lavoro di 18 ore, senza riposo, alimentazione e attrezzature adeguate all’opera. I lavori cominciarono nell’ottobre del 1942 e furono completati nel dicembre dell’anno successivo. L’altissimo numero di morti, tra cui circa 13 mila prigionieri di guerra e una cifra tra 80 e 100 mila civili secondo la Commonwealth War Graves Commission, causati dalle disumane condizioni di lavoro, è l’origine del soprannome “Ferrovia della morte”. Particolarmente cruenti furono lo scavo del famigerato Hellfire Pass, completato in sole sei settimane al costo di migliaia di vite umane e la costruzione del ponte a nord di Kanchanaburi, oggetto del lungometraggio di Lean.
Il film con protagonista Alec Guinness è ispirato al libro di Pierre Boulle. Il romanziere francese – famoso anche per “Il pianeta delle scimmie” che un decennio più tardi diede origine a un’altra saga cinematografica – ex spia francese a Singapore, nonostante due anni di prigionia giapponese non era mai stato sul luogo della ferrovia. Dalle cartine dell’epoca sapeva che la “ferrovia della morte” correva parallela al fiume Kwai per un centinaio di chilometri e fu indotto a pensare che il ponte fosse costruito su questo corso d’acqua. In realtà, il ponte sorpassa il Mae Khlung, fiume che circa 4 chilometri più a sud, in località Kanchanaburi, riceve il Kwai come affluente. Quando nel 1957 il film di Lean vinse 7 Oscar, 3 Golden Globe e diversi altri premi, sul luogo cominciarono a riversarsi centinaia di migliaia di turisti alla ricerca del ponte sul fiume Kwai, con grande sgomento degli abitanti e delle autorità locali che non avevano nessun ponte su tale corso d’acqua. Con un colpo d’ingegno fuori dall’ordinario, nel tentativo di far coincidere realtà e fiction, nel 1960 le autorità tailandesi ribattezzarono il tratto del Mae Khlung a nord di Kanchanaburi, rinominandolo Kwae Yai (Grande Kwai), allo stesso tempo il fiume Kwai originale prese il nome di Kwae Noi (Piccolo Kwai). Da quel momento in poi, il famigerato ponte costruito dai prigionieri di guerra inglesi, australiani, americani, olandesi canadesi e neozelandesi poggiava effettivamente sulle sponde del fiume Kwai.
Va detto, tuttavia, che non è più il ponte originale. Quello fu distrutto a più riprese durante il conflitto dai bombardamenti americani e venne ricostruito al termine della guerra. Ancora oggi, il sito continua ad attirare decine di migliaia di turisti ogni anno richiamati dagli eventi storici, dal memoriale di guerra e dalla possibilità di visitare un angolo stupendo della Thailandia, caratterizzato da colline, risaie e una foresta pluviale lussureggiante. Il ponte, ricostruito in metallo, è percorribile a piedi e i turisti trovano spazio sulle piccole piattaforme appositamente create tra una campata e l’altra da dove fotografano incessantemente i sei treni al giorno che lo percorrono. Inoltre, dalla stazione di Kanchanaburi vengono organizzate visite guidate a bordo di carrelli senza porte trainati da un piccolo locomotore diesel. I colori e le forme ricordano il trenino del tunnel dell’amore dei luna park, ma vi consiglio di prenotare se volete provare l’esperienza di attraversare il ponte sul fiume Kwai a bordo di questo mezzo.
La ferrovia della morte, invece non raggiunge più la Birmania, oggi Myanmar. Nel 1945 subì incessanti bombardamenti e al termine della guerra i tratti ancora in funzione furono in gran parte smantellati. Il punto terminale e’ ora Nam Tok, 62 chilometri a nord ovest di Kanchanaburi. Prima di arrivare a destinazione, il treno passa a 10 km orari su una serie di viadotti di legno conosciuti come Wampo (Wang Pho). Vi lascio immaginare i poco rassicuranti cigolii dei cavalletti di legno costruiti dai prigionieri di guerra appoggiati alla montagna da un lato e sospesi sul fiume senza alcuna protezione dall’altro. Dall’ultima stazione Hellfire Pass dista solo 18 chilometri ed è possibile noleggiare un taxi a Nam Tok per raggiungere il passo dichiarato memorial di guerra dal governo australiano.
Da Bangkok per raggiungere Kanchanaburi e Nam Tok in treno ci sono due possibilità agli estremi per costi, comfort e genere di esperienza. Il treno di lusso Eastern & Oriental Express propone un viaggio organizzato di 5 giorni con partenza da Singapore. Il treno offre ogni genere di comodità e il viaggio è di tipo all inclusive, comprese due notti al Siam Kempinski di Bangkok. Il prezzo è impegnativo e parte da 2.022,00 euro a persona. Completamente diverso se si vuole viaggiare immersi nell’atmosfera rurale thailandese. Ogni giorno due treni collegano la capitale con Nam Tok. La stazione di partenza è Thon Buri, nel quartiere Bangkok Noi nella zona nord ovest della capitale. Da qualsiasi punto della città partiate, sappiate che i tassisti non conoscono la stazione, non parlano inglese e a Bangkok l’ora di punta dura ininterrottamente dalle 6 del mattino alle 22 la sera: rimanere imbottigliati nel traffico per mezz’ora o più è tutt’altro che un’evenienza straordinaria.
Ma torniamo al viaggio in treno. I 193 chilometri fino a Nam Tok sono coperti in 4 ore e 50 minuti. Il biglietto si fa direttamente a bordo e in terza classe costa 39 baht (1 euro al cambio di settembre 2016) per l’andata e altrettanti per il ritorno. Il treno ha anche una seconda classe (89 Baht) e una carrozza in prima classe (174 Baht) con panche di legno o sedili di finta pelle fino a Kanchanaburi. Qui vengono attaccate due carrozze di classe speciale: sui sedili di legno infatti vengono appoggiati dei cuscini dove i turisti si possono accomodare per 300 baht. Nel tratto finale del percorso salgono venditori ambulanti con bibite e ali di pollo. I ferrovieri si curano di spazzare le carrozze prima dell’arrivo a destinazione. Non vi impressionate se oltre alle finestre, anche le porte delle vetture rimangono costantemente aperte: in un paese considerato tra i più caldi e umidi del pianeta, è un modo per sopperire all’assenza di aria condizionata. In ogni caso, Nam Tok è in una zona di montagna dove piove spesso, quindi una maglia di cotone e una giacca impermeabile sono altamente consigliati.
Da Bangkok Thon Buri
– treno 257 ore 7.55 per Kanchanaburi ore 10.25 e Nam Tok ore 12.35
– treno 259 ore 13.55 per Kanchanaburi ore 16.24 e Nam Tok ore 18.30
Da Nam Tok
– treno 260 ore 05.20 per Kanchanaburi ore 7.17 e Bangkok Thon Buri ore 10.25
– treno 258 ore 12.55 per Kanchanaburi ore 14.45 e Bangkok Thon Buri ore 17.40
Il ponte sul Kwai è a 7 minuti da Kanchanaburi in direzione Nam Tok, il viadotto Wang Pho si attraversa mezzora prima di arrivare a Nam Tok.
Per ulteriori informazioni rimando al sito ufficiale delle ferrovie tailandesi.
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