Lasciate in albergo sandali e vestiti eleganti e preferite stivali o scarpe chiuse, una maglia e un paio di jeans. L’imponente mercato del pesce di Seoul non è adatto ai turisti in abito da sera. Situato a Noryangjin, appena di là del fiume Han, è umido, sovente i pavimenti sono coperti da qualche millimetro di acqua su cui si riversano i resti della lavorazione del pesce e nonostante le permanenti pulizie, è probabile sporcarsi.
Il brulicare di venditori e abitanti locali che fanno la spesa, le centinaia di stand con una gamma incredibile di creature marine mai viste nel Mediterraneo e la possibilità di farsi cucinare il pesce acquistato immediatamente in uno dei ristoranti al piano di sopra valgono senza dubbio la visita. Dietro i banchi ci sono soprattutto donne e sembrano trascorrere accanto al loro pesce gran parte della loro vita. Molte hanno un piccolo fornelletto per cucinare e non è inconsueto sorprenderne altre a schiacciare un pisolino su sedie di plastica o brandine improvvisate. Il mercato del pesce è soprattutto a servizio della popolazione e dei ristoranti e fish bar locali. L’architettura è costituita da un essenziale capannone prefabbricato con luci al neon, spesso sfarfallanti e appese ai fili, non ci sono arredamenti di pregio e neppure spazi dedicati al consumo delle prelibatezze che vorrete acquistare. Non è, insomma una food court e neppure un distante parente dei ‘mercati’ nati negli ultimi anni a Roma Termini, Madrid, Londra e Bruxelles. A occupare la scena ci sono migliaia di cassette appoggiate su tavolacci con il pesce fresco, che troverete così come viene scaricato dalle navi. Un autentico spettacolo per gli occhi, quanto al palato beh, dipende dalla predisposizione a osare di ciascuno. Se le cozze giganti come bistecche o i grandi granchi blu e arancioni appaiono familiari, solo i veri esploratori si avventureranno ad assaggiare gli intestini di mare (urechis unicinctus), volgarmente conosciuti come pesci pene per la loro singolare forma. I più audaci proveranno un piatto di sannakji, il polpo crudo servito a pezzetti con delle salse. Il segreto consiste nel degustarlo mentre ancora agita i tentacoli. Le varietà di razze, tutte di grandi dimensioni, restano sorprendenti, mentre la scelta tra molluschi e vermi di mare è al di sopra delle capacità umane.
Non lasciatevi scoraggiare dalla barriera linguistica. I lavoratori e i venditori non parlano nulla se non il coreano, ma saranno più che felici di accontentarvi e se riuscite a capirli di consigliarvi nella scelta del pesce preferito. A dispetto delle difficoltà di comunicazione riuscirete in ogni caso a contrattare sul prezzo, pratica accettata, badando di mantenere sempre toni rispettosi e di non dimostrarvi sprezzanti. I venditori propongono i loro prodotti a un prezzo sempre un po’ maggiorato, proprio perché si aspettano una contro offerta più bassa dall’acquirente. Maggiori le quantità acquistate, più alte saranno le possibilità di ottenere uno sconto. Appena concluso l’affare, sarete avvicinati da un rappresentante di uno dei ristoranti allestiti al piano superiore. È un’ottima possibilità di gustare il pesce fresco, facendolo preparare al cuoco del ristorante. Pressoché l’unica se alloggiate in albergo o in una stanza senza l’uso della cucina.
Il mercato del pesce di Seoul è aperto 24 su 24, tutti i giorni della settimana e si raggiunge con le linee della metropolitana 1 e 9. La fermata è Noryangjin e lo stabilimento si trova a poco più di duecento metri. Chi desidera osservare le operazioni di scarico e di vendita al momento dell’arrivo del pesce, deve fare visita intorno alle 3 del mattino. Quello è il momento di maggior affollamento del mercato del pesce.
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