{text-decoration-color: #13B6C5;}
top of page
Immagine del redattoreStefano Campolo

Lufthansa ‘affitta’ su Airbnb

[vc_row][vc_column css=”.vc_custom_1447931272021{padding-right: 12% !important;padding-left: 12% !important;}”][media image=”20134″][vc_column_text]

L’inserzione di Lufthansa su Airbnb

[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”di Stefano Campolo” font_container=”tag:h6|font_size:16|text_align:left|color:%2310b8c7″ use_theme_fonts=”yes” link=”url:https%3A%2F%2Ftwitter.com%2Fpartodomani||target:%20_blank”][vc_column_text][/vc_column_text][vc_column_text]Per la prima volta una compagnia aerea si avvale di Airbnb come canale di vendita. La proposta può apparentemente sorprendere perché arriva da Lufthansa, una tra le cinque maggiori compagnie aeree al mondo in termini di fatturato e tra le prime 15 per numero di viaggiatori trasportati, non da un vettore low cost emergente in cerca di pubblicità. Tuttavia, la piattaforma californiana leader nell’affitto di alloggi deve il proprio successo proprio alle compagnie low cost.

Lufthansa ha deciso di promuovere la nuova classe Premium Economy disponibile da luglio sui voli Francoforte – New York in modo singolare. La compagnia tedesca ha inserito un annuncio sulla piattaforma Airbnb, proprio come se si trattasse di un qualsiasi proprietario di casa. Invece della stanza o dell’intero appartamento viene offerta la possibilità di andare a dormire in Germania e svegliarsi dall’altra parte dell’Atlantico. Al posto del letto l’ospite troverà un sedile e il servizio include cena, colazione, connessione a Internet e intrattenimento, così come il volo di rientro a un prezzo molto conveniente. Come detto, la classe di cabina offerta è la Premium Economy, una via di mezzo tra Business ed Economy. Oltre a sedute più larghe e con maggiore spazio per le gambe, la Premium dà diritto a imbarcare il doppio dei bagagli e a una serie di altre amenità.

La mossa di Lufthansa non va guardata però come una mera iniziativa pubblicitaria. Secondo alcuni osservatori, la compagnia tedesca sta solo verificando l’efficacia di un nuovo canale di vendita, anche per allargare la platea di potenziali utenti. La solidità del gruppo non è in discussione, ma la concorrenza da un lato e un anno e mezzo di attacchi terroristici in Europa, hanno ridotto il numero di viaggiatori nelle rotte più proficue, cioè tra le due sponde dell’Atlantico. Tanto che lo stesso consiglio di amministrazione di Lufthansa il 20 luglio scorso ha dovuto rivedere al ribasso le previsioni per il 2016. Esplorare ulteriori fonti di ricavo, per quanto inusuali, è la logica conseguenza dei numeri.

In ogni caso, la vendita di biglietti aerei è forse l’offerta più originale mai fatta su Airbnb, dove già figurano case sugli alberi, autobus sulla spiaggia, mulini a vento, fari e, per tre giorni nel novembre 2014 persino un aereo, un MD-11 parcheggiato nell’aeroporto olandese di Schipol e trasformato in appartamento da Klm.

E’ singolare che il primo vettore a usufruire della piattaforma di sharing economy sia uno dei colossi dell’aviazione mondiale, non uno dei nuovi attori che hanno rivoluzionato il settore. Se c’è un settore che negli ultimi venti anni è stato trainato dallo sviluppo delle low cost è stato proprio quello degli affittacamere, dei bed&breakfast e degli alloggi sempre e ovunque disponibili per il turista occasionale. Airbnb, nata nel 2008, ha saputo sfruttare al meglio il mercato generato dalla statunitense Southwest Airlines – pioniera del moderno modello low cost all’inizio degli anni Settanta – e maturato nei decenni successivi in Europa con Ryanair e easyJet, in Asia con AirAsia e nel Pacifico con Tigerair.

Secondo uno studio di OAG (Official Aviation Guide), azienda britannica specializzata nell’analisi di dai nel settore aereo, nel 2015 la crescita maggiore delle destinazioni di Airbnb è avvenuta proprio dove l’impatto delle compagnie low cost è più significativo. Le dieci località che nel 2015 hanno fatto registrare il maggior aumento di presenze rispetto all’anno precedente sono quelle dove i vettori low cost offrono un numero di posti sopra la media.

Di seguito l’elenco diffuso da Airbnb a gennaio con accanto i dati elaborati da OAG sull’offerta delle compagnie low cost (LCC) in rapporto alla capacità complessiva di posti disponibili nell’aeroporto più vicino:LocalitàAumento presenze Airbnb 2015 su 2014Percentuale posti offerti da LCC sul totalePaesi serviti non stopCollegamenti non-stopOsaka, Japan7000%22%2389Bangkok, Thailand1230%8%54135Kuala Lumpur, Malaysia1200%48%36117Bordeaux, France960%43%2277Athens, Greece800%21%48134Seville, Spain770%83%1244Hamburg, Germany415%41%35108Oahu, US320%5%1651Fortaleza, Brazil285%39%720Mexico City, Mexico275%43%25107

Fonte: elaborazione su dati OAG e Airbnb

La convergenza di interessi tra una piattaforma globale come Airbnb e operatori regionali o locali, quali i vettori LCC, è in grado di definire nuove tendenze nel turismo, sostiene OAG. Le Low Cost hanno aperto il settore a milioni di persone per le quali viaggiare era semplicemente al di fuori della loro portata e così hanno generato un mercato, le cui caratteristiche sono però completamente nuove. L’esperienza del viaggio comincia da casa o dall’ufficio, davanti allo schermo del computer o del dispositivo mobile. Chi è abituato a programmare, prenotare e acquistare il volo in proprio, facilmente agirà nello stesso modo nella scelta dell’alloggio, preferendo osservare la propria destinazione dalla finestra di un’abitazione reale invece che dalla hall di un anonimo albergo. Poco importano gli effimeri lussi di una notte in aereo, fosse anche con la migliore compagnia aerea al mondo. Meglio, molto meglio, poter viaggiare una volta in più che stiracchiare le gambe sull’aereo una volta l’anno.

Articolo originariamente pubblicato su Gli Stati Generali[/vc_column_text][separator width=”200px” height=”2px” color=”#5b5b5b”][/vc_column][/vc_row]

Comments


bottom of page