La foto distribuita da WOW Air degli spazi per le operazioni cargo a Martinsburg (photo credit WOW Air)
Ricordate WOW Air? La compagnia islandese ultra low cost nominata peggior linea aerea del mondo nel 2018 e fallita a marzo 2019? Bene, la società è stata rilevata da un’imprenditrice statunitense che fino a ottobre aveva idea di riattivare il servizio passeggeri con base in Islanda e poi ha cambiato idea e l’ha trasformata in una compagnia cargo, cioè con aerei che trasportano esclusivamente merci.
Ai primi di giugno sulla pagina facebook di WOW Air è comparso l’annuncio dell’avvio delle operazioni a Martinsburg, in West Virgina. Questa la nota ufficiale:
“WOW CarGO è orgogliosa di annunciare l’inizio delle operazioni di trasporto merci in tutto il mondo dalla sua base statunitense nella regione della capitale sulla costa orientale a Martinsburg. West Virginia. L’impianto è composto da 9.200 mq di capannone e magazzino con 2.300 mq di uffici amministrativi per operazioni di spedizione globali”.
Poco dopo aver cessato le operazioni nel marzo 2019, la linea aerea è stata rilevata da Michele Ballarin, imprenditrice statunitense nota alle cronache per aver avviato in passato una trattativa con pirati e signori della guerra somali, come riportato in un lungo reportage del Washington Post. Da allora è stato un susseguirsi di annunci mai concretizzati e, possiamo dirlo, privi di alcun senso. Una prima ripartenza era prevista per ottobre 2019 dall’Islanda, con la stagione invernale alle porte, quindi non proprio il periodo migliore per portare turisti nell’isola.
Punti chiave per il rilancio della compagnia erano una rete di sale passeggeri negli aeroporti, la collaborazione con uno chef stellato per offrire pasti di qualità a bordo e l’utilizzo massiccio delle tecnologie biometriche per rendere più fluide e veloci le operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri.
Mentre gli aerei non hanno fatto un metro dalle aree di parcheggio, il 6 febbraio 2020 la pagina Facebook da notizia di aver assunto il catanese Giuseppe Cataldo, come direttore delle operazioni in Italia. Quindi WOW sta pensando di entrare in Italia, magari per sostituire l’appena defunta Ernest? Passano 20 giorni e il 26 febbraio ecco l’altro annuncio:
In sostanza sono stati aperti degli uffici operativi di WOW in Italia, non si sa dove, e presto la compagnia comincerà presto a volare su Roma e sulla Sicilia. Dunque l’ipotesi di compagnia passeggeri transcontinentale con base in Islanda ha ceduto il passo a un progetto di collegamenti europei. Poi cala il silenzio per un paio di settimane. Il 13 marzo, ormai in piena emergenza Covid-19, altro post per annunciare l’assunzione a Reykjavik di Magnus Magnusson come direttore di WOW Air Cargo Global. Ok, quindi l’Italia no, ma il cargo sì e dall’Islanda. Seguono alcune comunicazioni sull’emergenza sanitaria fino al 17 aprile, quando spunta una foto di due hostess in divisa WOW davanti alla spiaggia di Tel Aviv. ‘Un’escursione virtuale’ recita il post, ma uno si chiede, qualcosa vorrà pur dire e immagina immediatamente che il focus dell’azienda adesso non sia più l’Islanda, non sia più l’Italia, non sia nemmeno il cargo, ma si concentri sul Medio Oriente, in particolare su Israele. Sbagliato! Il 28 aprile un video su Youtube annuncia enfatico: ‘ America arriviamo. A breve serviremo un aeroporto nel Mid West. Prenota ora Cincinnati, Cleveland, Dallas, Detroit, St. Louis. Peccato che il video sia di due anni prima. Infatti, sono andato sul sito di Wow Air e… non c’è alcuna possibilità di registrare una prenotazione. Ma manco mezza.
Però ho capito che l’attenzione della compagnia aveva ancora una volta cambiato continente. Il 6 maggio un bel comunicato stampa dà notizia della nomina di Dmitry Kaparulin a direttore nazionale WOW Air in Russia.
Infine l’annuncio del 6 giugno con l’attivazione del magazzino e degli uffici amministrativi a Martinsburg per le operazioni cargo.
In definitiva, ci troviamo di fronte a due possibilità: uno dei più grandi bluff dell’aviazione civile o un’operazione su larga scala anticipata da una campagna di marketing. Propendo per la prima ipotesi per alcuni motivi: primo, come dice Eli Wallach in una famosa battuta di C’era una volta il West “Quando si spara si spara. Non si parla”. Quindi se l’intenzione è fare trasporto passeggeri, metti in pista gli aerei, apri alle prenotazioni anche con un certo anticipo e attiva collaborazioni con aeroporti e agenzie di viaggio. Al momento di tutto questo si è visto poco o nulla. Secondo, ammesso che WOW voglia ripartire contemporaneamente da più punti del globo, che abbia studiato di insediare basi in Islanda, Italia, Israele, Stati Uniti e Russia, la campagna di marketing che dovrebbe sostenere il lancio è blandissima, nulla. È alimentata solo su Facebook e utilizza materiale degli anni precedenti. Per altro, ogni post probabilmente non viene neppure sponsorizzato e ha una media inferiore ai 200 ‘mi piace’. Terzo, se c’erano pochi spazi per il mercato intercontinentale low cost (ne abbiamo scritto qui) prima della pandemia, adesso non ce ne sono proprio più. Faranno fatica a sopravvivere colossi come Lufthansa e British in cui soccorso sono giustamente arrivati gli stati e resteranno in piedi solo quelle compagnie aeree molto ramificate e in grado di attirare traffico, passeggeri e ricavi da ogni aeroporto in cui volano sapendo che il settore si riprenderà ai livelli attuali tra due o tre anni.
Forse in WOW Air sono solo dei gran sognatori che hanno trovato in Michele Ballarin una persona disponibile ad assecondare le proprie fantasie di grandezza, almeno sui social. Certo è che WOW Air, da qualsiasi parte la si prenda, risulta inafferrabile, come una saponetta sotto la doccia.
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