L’aeroporto di Malpensa è uno degli scali che più ha subito il calo di passeggeri in questi giorni (photo credit SEA Spa)
La grande fuga dall’Italia per paura del coronavirus fa moltiplicare le cancellazioni dei voli aerei da e verso il nostro Paese. Alitalia ha cancellato i collegamenti su 38 rotte a causa del gran numero di posti lasciati vuoti. Tra defezioni dei passeggeri e crollo delle prenotazioni, le compagnie aeree stanno di giorno in giorno ricalibrando i collegamenti, tra queste British Airways, Brussels Airlines e easyJet.
Lufthansa ha sospeso fino al 28 marzo i voli verso la Cina continentale a cui sono interessati i collegamenti con Pechino, Shanghai, Nanchino, Shenyang e Qingdao, mentre ridurrà la frequenza per quelli su Hong Kong per tutto il mese di marzo. Per quanto riguarda l’Italia, al momento non ci sono cancellazioni, ma la compagnia offre la riprenotazione gratuita per le seguenti destinazioni: Milano, Bologna, Torino, Verona, Venezia, Trieste e Genova. I biglietti su cui è possibile fare la riprenotazione gratuita devono essere emessi da Lufthansa, SWISS, Austrian, Brussels Airlines o Air Dolomiti entro e non oltre il 26 febbraio per le date di viaggio tra il 24 febbraio e il 9 marzo.
Alitalia “ha proceduto a cancellare i collegamenti con un grande numero di posti non occupati per l’effetto che il coronavirus ha determinato nei comportamenti” dei passeggeri. “Tutti gli interventi di riduzione della capacità intrapresi dalla compagnia su 38 rotte nazionali e internazionali sono riconducibili alla minore domanda, dovuta anche all’accresciuto numero di restrizioni ai voli e ai passeggeri provenienti dall’Italia”.
Ad essere più colpiti sono gli aeroporti di Lombardia e Veneto. A Malpensa e Linate i passeggeri nei primi tre giorni della settimana sono diminuiti del 32,5 per cento; all’aeroporto di Bergamo Orio al Serio del 30 per cento mentre per l’intero sistema degli scali veneti si è registrata una flessione del 30 per cento. Una escalation che riflette la misura del panico Coronavirus. Agli scali milanesi gestiti da Sea, il calo dei passeggeri si è fatto di giorno in giorno più marcato passando da -21,6 per cento di lunedì a -37,6 per cento di martedì e al -41,5 per cento mercoledì.
Venerdì 28 febbraio British Airlines ha deciso di bloccare altri voli verso il Nord Italia e di prolungare questo stop, inizialmente previsto fino all’11 marzo, almeno fino al 28 marzo. Oltre ai collegamenti con Milano,saranno interrotti 56 collegamenti con diverse destinazioni tra le quale Bologna, Venezia e Torino. Iag, il gruppo che controlla British Airways e Iberia, avverte che “la capacità sulle rotte italiane per marzo è stata significativamente ridotta” e “ulteriori riduzioni di capacità saranno attivate nei prossimi giorni anche attraverso il nostro più ampio network a corto raggio”.
Sempre per la flessione delle prenotazioni, Brussels Airlines ha ridotto i voli verso l’Italia. La compagnia belga ha annunciato di avere ridimensionato del 30 per cento la frequenza per le prossime due settimane,tra il 2 ed il 14 marzo. Una misura che riguarderà i voli su Linate, Malpensa, Roma, Venezia e Bologna. Anche Easyjet riconosce di essere “costretta” a ridurre i voli da e per l’Italia. “Abbiamo registrato un significativo calo della domanda da e per le nostre basi del Nord Italia – spiega la compagnia – ma stiamo anche assistendo a un indebolimento della domanda anche negli altri mercati europei in cui operiamo”. Sempre agli scali milanesi, nei primi tre giorni della settimana i passeggeri sono stati 177.785, 85 mila in meno degli stessi tre giorni dello scorso anno. Tra le compagnie che hanno cancellato fino alla fine della stagione, cioè fino al 30 marzo, i collegamenti con Milano ci sono Bulgaria Air, Kuwait Airways, Korean Air, Azerbaijan Airlines e Twin Jet, mentre altre hanno annunciato la riduzione dei voli come Wizz Air.
Da Orio al Serio, Wizz mantiene tutti gli 11 collegamenti (Bucarest, Chisinau, Cluj, Craiova, Iasi, Katowice, Sofia, Suceava, Timisoara, Varna, Varsavia), ma riduce la frequenza su specifiche rotte verso il Nord Italia tra l’11 marzo e il 2 aprile. Una mossa che di fatto comporta una riduzione dei posti del 60 per cento. Per tutto il settore il contraccolpo economico impone sacrifici e tagli dei costi. Molte compagnie hanno già annunciato piani di risparmio e riduzione occupazionale anche ricorrendo ad aspettative e vacanze non retribuite o a forme di disoccupazione tecnica temporanea, finché non si uscirà dall’emergenza. Il caso più critico è quello dell’israeliana El Al che, dopo l’invito del governo a disertare viaggi all’estero, ha annunciato il taglio di mille posti di lavoro sui 6.000 totali.
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