A380 della Qantas all’aeroporto di Heathrow (photo credit Stefano Campolo)
Airbus ha annunciato la fine della produzione dell’A380, l’aereo commerciale più grande al mondo, le cui consegne finiranno nel 2021: l’annuncio è stato fatto dall’amministratore delegato Tom Enders in una nota. La decisione è stata presa dopo il taglio di 39 aerei dall’ordinativo della compagnia Emirates, il principale cliente dell’Airbus A380. “La conseguenza di questa decisione e’ che il nostro carnet di ordini non è più sufficiente a consentirci di mantenere la produzione dell’A380”, ha detto Enders.
Emirates ha rimpiazzato l’ordine degli A380 con 40 A330-900neo e 30 A350-900 per un contratto che vale 21,4 miliardi di dollari a prezzo di listino, ma gran parte del quale è in realtà una compensazione. L’accordo riguarda anche il superjumbo in via di pensionamento. La compagnia, si legge nella nota, riceverà entro il 2021 altri 14 aeromobili A380, portando il totale degli ordini di questo aereo a 123 unità.
La chiusura del programma A380 aprirà un fronte sindacale, poiché Airbus impiega tra i 3.000 e i 3.500 lavoratori per la costruzione di questo aereo. Airbus terminerà le consegne di questo modello nel 2021, ma ha fatto sapere che le vendite dell’A320 e gli ordini di Emirates offriranno “numerose possibilità di mobilità interna” per i dipendenti.
La decisione era prevista, mentre il destino dell’A380 era legato alla decisione dell’anno scorso della compagnia del Golfo di acquisire 36 aerei A380 aggiuntivi. Emirates è di gran lunga il principale cliente per il superjumbo, con 178 aerei ordinati, oltre 100 dei quali sono già stati consegnati. In totale, dell’A380 sono stati ordinati 321 aerei dal 2006 in poi. La prima compagnia a ordinarli e utilizzarli è stata Singapore Airlines a cui via via si sono aggiunti altri grandi vettori. L’anno scorso Singapore è stata anche la prima compagnia ad accantonare 5 dei 24 Airbus A380 nella sua flotta, in favore di modelli a due motori molto più efficienti dal punto di vista energetico e molto più facili da riempire. Il gran numero di posti disponibili, fino a 500 in tre classi, i quattro motori e gli alti costi di gestione, hanno da sempre limitato l’impiego di questo aereo alle sole rotte con domanda molto alta, appesantendo tuttavia i bilanci delle compagnie aeree. Gli ordini del velivolo sono rimasti molto al di sotto delle attese, stimati inizialmente in circa 600, cioè la metà di un mercato per voli lunghi e di connessione tra le principali città mondiali che Airbus prevedeva sarebbe stato nel 2020 di 1.235 velivoli. Il break even per l’A380 dichiarava Airbus nel 2007, sarebbe stato raggiunto sicuramente oltre i 420 apparecchi venduti. Un numero mai raggiunto e le perdite annuali per Airbus si sono attestate a circa 400 milioni di euro.
Nell’ultimo anno, dopo Singapore anche Qantas e infine Emirates hanno cancellato i restanti ordini preferendo indirizzarsi verso aerei grandi ma bimotori e concepiti con materiali leggeri e resistenti che abbattono il consumo di carburante e offrono maggiori comfort in cabina. Dei 321 A380 costruiti o in costruzione, 4 sono prototipi o aerei da esposizione e non sono mai stati venduti, 5 sono stati accantonati da Singapore Airlines.
In tutto oggi sono 14 i vettori che lo utilizzano: oltre a Singapore ed Emirates, ci sono Air France, Lufthansa, All Nippon Airways, China Southern, Etihad, Korean Air, Hi Fly, Malaysia Airlines, Qantas, Qatar Airways, Thai Airways e British Airways.
Tuttavia è un aereo molto amato dai passeggeri per la silenziosità, gli ampi spazi e la ‘morbidezza’ in tutte le fasi di volo, decollo, crociera e atterraggio. Nonostante la chiusura del programma e i primi accantonamenti, dal 2021 i 312 rimanenti (salvo ulteriori accantonamenti) voleranno ancora per molto tempo.
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