Airbus ha fermato la spedizione di parti di ricambio in Russia e non supporterà più le compagnie aeree di Mosca. "Il centro ingegneristico Airbus in Russia (Ecar)", si legge in una nota, "ha sospeso tutte le operazioni in linea con le sanzioni. Con riferimento ai servizi ingegneristici", prosegue il comunicato, "l'Ecar sta analizzando le sanzioni per determinare se questa attività possa proseguire". L'Ecar, che occupa circa 200 ingegneri, è stato creato nel 2003 ed è una joint venture tra Airbus, Systema Invest e gruppo Kaskol.
La decisione, che segue quella analoga presa dalla rivale Boeing, colpisce ulteriormente la capacità dei vettori russi di operare voli. Il consorzio europeo ha anche interrotto la fornitura di pezzi di ricambio per i suoi aerei alle compagnie aeree russe in linea con le nuove restrizioni. Fra i clienti di Airbus in Russia vi sono Aeroflot, S7 Airlines e Rossiya Airlines.
Visto che Boeing e Airbus hanno una fetta di mercato superiore all'80 per cento in Russia, tra poche settimane, una volta terminate le scorte di pezzi di ricambio e incapaci di effettuare le manutenzioni senza i tecnici europei e statunitensi, i vettori russi saranno costretti a 'cannibalizzare' gli aerei messi a terra. In seguito, potrebbero far rientrare in servizio i vecchi Antonov e Iliyushin, tristemente noti come 'bare volanti'.
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